Commediole

Ichna

Se esistono gli angeli,
probabilmente non leggono
i nostri romanzi
sulle speranze deluse,

E neppure – temo –
Le nostre poesie
Risentite con il mondo.

Gli strilli e gli strazi
delle nostre pièce teatrali
devono – sospetto –
spazientirli.

Liberi da occupazioni
Angeliche, cioè non umane,
guardano piuttosto
le nostre commediole
dall’epoca del cinema muto.

Ai lamenta tori funebri,
a chi si strappa le vesti
e a chi digrigna i denti
preferiscono – suppongo –
quel poveraccio
che afferra per la parrucca uno che annega
o affamato divora
i propri lacci.

Dalla cintola in su la ambizioni e lo sparato,
e sotto, nella gamba dei pantaloni,
un topo impaurito.
Oh, questo sì
Deve divertirti parecchio.

L’inseguimento in circolo
si trasfigura in una fuga davanti al fuggitivo.
La luce nel tunnel
Si rivela l’occhio d’una tigre.
Cento catastrofi
sono cento divertenti capriole
su cento abissi.

Se esistono gli angeli,
dovrebbe convincerli
- spero -
questa allegria sull’altalena dell’orrore,
che non grida neppure aiuto, aiuto,
perché tutto avviene in silenzio.

Oso supporre
che applaudano con le ali
e che dai loro occhi colino lacrime
almeno di riso.

Wisława Szymborska

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