Piccola

A te sussurro, Piccola, dovunque tu sia, dovunque tu vada. Caldo fiume tremulo, la tenerezza inumidisce la mia voce, la mia voce che ti nomina. Per te, più lontano dei rossi cieli lontani, e delle montagne lontane, e delle stelle lontane, per te, più lontano guardo, più lontano.

Un vuoto qui fra le mie braccia, un suono trepidante che manca nella mia voce, la macchia del tuo corpo assente dal paesaggio; questo sei, Piccola, e senz'altro sei di più.

Fiore del mio cuore, anima d'acqua che traversa la mia terra, fiore mio. Piena dei miei dolori e dei miei silenzi, bimba dagli occhi assorti come tutta la mia infanzia, voglio che ti faccia crocifiggere nei miei sogni e che mi sopravviva in tutte le cose della terra.

A mezzanotte, gemma fatta albero nel mio petto, come da una pietra spezzata, come un albero ti elevi nel cielo profondo e ti costellano le stelle altissime.

Mi occupi come l'aria occupa le stanze e vuote, come la presenza dell'ombra occupa le stanze chiuse, come il profumo satura le corolle dell'estate.

Se per caso mi allontano da te, non rattristarti. Passa appena, davanti alla finestra, il volo di un uccello errante e silenzioso.

L'assente, sei l'assente. Ti chiamo e la mia voce cade e si trascina, ma la senti.

La senti, Piccola, quando ti addormenti, come il rumore di un fiume distante. La notte, è la notte. Emergi fioreggiata di luce azzurra e sei l'astro che ama il mio desiderio. Non ci sei.

L'assente, quella che chiude le palpebre, all'altro lato dell'ombra. Ti parlo e la ma voce ti chiama, Piccola. Non te ne andare, non te ne andare mai.

Pablo Neruda

Commenti

Etichette

Mostra di più