Cos'è la democrazia

Demo-crazia significa potere (kràtos) del popolo (dèmos). Nell’antica Grecia era contrapposta all’aristo-crazia,cioè al potere degli ottimati (àristos) e alla pluto-crazia, cioè al potere dei ricchi (plùtos). Allora, a differenza di oggi, non godeva fama di buon governo. Forse perché il popolo era considerato in senso spregiativo, come plebe (òklos). O perché, come scriveva Ernest Renan “La democrazia non edifica e non moralizza”. Oppure, come sostenevano i liberali della storia italiana, essa implica la partecipazione al potere della massa, spesso ignorante. La Sinistra marxista aveva coniato il termine di “democrazia popolare”, cioè operaia, in opposizione alla “democrazia borghese”.

Avere un potere implica una limitazione di libertà nei confronti di chi lo subisce; di contro, avere libertà implica un non potere da parte degli altri. Il potere si distingue a seconda dei mezzi con cui si esercita e delle forme di disuguaglianza che determina. Quello culturale è un potere ideologico, che oppone chi possiede conoscenze a chi è ignorante. Quello economico è un potere fondato sulla ricchezza, che oppone i ricchi ai poveri. Quello politico è un potere fondato sulla forza, che oppone i potenti ai deboli. La democrazia, come la intendiamo oggi, è quella forma di governo che cerca di contrastare queste diseguaglianze nella società, mediante la diffusione dell’istruzione, la redistribuzione della ricchezza prodotta, la regolamentazione e il controllo dell’uso della forza. La democrazia è dunque quel regime che tende all’uguaglianza di fronte alla legge (c.d. “iso-nomia”, dal grecoìsos = uguaglianza e nòmos = legge) e quindi a garantire diritti uguali per tutti e, parallelamente, assunzione di doveri.

Per popolo oggi s’intende l’insieme dei cittadini che godono dei diritti fondamentali, tra cui quello di partecipare al potere politico. Questo diritto, in tempi passati, era privilegio di pochi. Il potere politico si esercita mediante alcune regole fondamentali:
la partecipazione di tutti i cittadini (fermo restando alcune eccezioni) all’esercizio del potere politico, attivo e passivo,
l’uguaglianza del voto,
la pluralità di scelte tra diverse opzioni,
il principio di maggioranza, valevole per tutti, entro i limiti e i principi propri di uno Stato di diritto (per controbilanciare la c.d. “tirannia della maggioranza”e tutelare i diritti delle minoranze).

La democrazia, quindi, garantendo uguaglianza, libertà e regole da osservare, consente la soluzione dei conflitti senza ricorrere alla violenza. Essa, secondo Kelsen (il suo maggiore teorico), è un sistema che rende possibile il compromesso.

Altra caratteristica della democrazia è l’auto-nomia (autòs = se stesso e nòmos = legge), cioè dare leggi a se stessi. In pratica, il legislatore che pone la norma e l’esecutore destinatario della norma sono la stessa persona.

Il potere democratico, quindi, è quello regolato da norme e fondato sui valori dell’uguaglianza, della libertà, della non violenza, dell’autonomia individuale della persona, della pari dignità sociale e della non discriminazione (senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, secondo il disposto dell’art. 3 della Costituzione). La nostra Costituzione democratica statuisce che la sovranità appartiene a tutti i cittadini, che la esercitano nelle forme e nei limiti della Costituzione (art. 1).

Le democrazie odierne sono imperniate in società capitalistiche, perciò risentono di tutti i difetti di questo sistema, come la disuguaglianza tra ricchi e poveri, che consente ai primi di avere un potere maggiore nella vita politica e portare la democrazia verso la plutocrazia.

Lucio Apulo Daunio

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